Formula 1 Race Engineering:
intervista all’autore Ernesto Desiderio

Un metodo unico, pensato per ottimizzare la performance dei piloti, quello ideato dal Performance Engineer Ernesto Desiderio. Un metodo grazie al quale è possibile tagliare il traguardo con quel decimo di secondo in meno che può fare tutta la differenza in una gara.

Nel suo primo libro, Formula 1 Race Engineering, Ernesto Desiderio ha deciso di rivelare le varie fasi del Processo P-D-R® (Perception-Decision-Reaction), accompagnandole con aneddoti avvincenti sul mondo dell’automobilismo.

Intervista a Ernesto Desiderio

Formula 1 Race Engineering - Ernesto Desiderio - Libri d’ImpresaLIBRI D’IMPRESA (LI): Cos’è il Processo P-D-R®?
ERNESTO DESIDERIO (ED): È un metodo che ho sviluppato nel corso degli anni per aiutare i piloti a ottimizzare la loro performance. Come potete immaginare, è molto difficile conquistare un vantaggio sugli avversari in un contesto quasi perfetto come la Formula 1. Non bisogno dimenticarsi però che c’è sempre un margine di miglioramento; è minimo, spesso non facile da trovare, ma c’è sempre.
Sulla base della mia esperienza, il modo migliore di farlo consiste nel suddividere il processo di guida nelle sue fasi principali, per poi analizzare su quali aspetti specifici di ogni fase ci si deve esercitare. Il risultato finale dipende quindi dalla performance del pilota in ogni singola fase.

(LI): Per cosa stanno P-D-R?
(ED): Sono le iniziali di Perception, Decision e Reaction, ovvero le tre fasi principali del processo di guida. Innanzitutto i piloti percepiscono ciò che accade intorno a loro, nella macchina e sulla pista, e le varie opzioni da prendere in considerazione. Sulla base delle loro percezioni e della loro esperienza i piloti prendono poi le loro decisioni. Infine implementano la decisione con una reazione calcolata o istintiva, a seconda di quanto tempo hanno a disposizione. Può sembrare semplice, ma in realtà per eseguire ogni parte del processo nel modo migliore è necessario avere molta esperienza e tenersi costantemente allenati.

(LI): Per chi hai scritto questo libro?
(ED): L’ho scritto pensando a tre tipi di lettori: i piloti, gli ingegneri come me e gli appassionati di automobilismo. I piloti saranno interessati a capire su quali aspetti possono lavorare per diventare più veloci e ottimizzare la loro performance. Gli ingegneri troveranno utili i miei consigli per identificare i punti su cui concentrarsi per migliorare i risultati dei piloti, e rendere il loro lavoro più efficace. Infine gli appassionati di automobilismo e gli studenti che vorrebbero lavorare in questo settore avranno modo di capire meglio le sfide che i piloti devono affrontare durante le gare e gli allenamenti. Penso che apprezzeranno anche gli aneddoti che racconto, perché in tutti questi anni ho accumulato un bel po’ di esperienze!

(LI): Perché hai scelto di scrivere e pubblicare il tuo libro in inglese?
(ED): Il mondo dell’automobilismo è internazionale. Attualmente risiedo nel Regno Unito, ma in passato ho vissuto negli Stati Uniti e in Germania. I miei colleghi vengono da tutto il mondo, quindi comunichiamo sempre in inglese. Dato il contesto, mi è venuto naturale scrivere il mio libro in inglese.

(LI): Che consiglio daresti a chi vorrebbe iniziare a lavorare nel mondo dell’automobilismo?
(ED): Lavorare in questo settore richiede molta passione e un grande impegno. Per chi come me ama l’automobilismo è un enorme privilegio lavorare in questo mondo magico. Devo dire però che non è una vita facile, perché si viaggia molto e si è sempre sotto pressione. Le feste e la mondanità associate a questo mondo perdono presto il loro fascino e lasciano il posto a un impegno a vita. È un lavoro che dà grandi soddisfazioni, ma si finisce per passare molti più giorni all’anno con i colleghi che con la propria famiglia!

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