Il Giro del Mondo in 40 giorni: intervista all’autore Massimiliano Loyola

“È davvero possibile fare il giro del mondo in soli 80 giorni?” si chiedeva Phileas Fogg in uno dei romanzi più amati di Jules Verne.

Il giro del mondo è il “viaggio della vita” per antonomasia, e il luxury travel expert Massimiliano Loyola ha deciso di trattarlo in maniera esaustiva nel suo nuovo libro: Il giro del Mondo in 40 giorni.

Un libro che rappresenta il primo faro puntato sulla progettazione e la realizzazione di questo particolare tipo di esperienza, che finora ha permesso a pochi intenditori di toccare il cuore di tutti i continenti in un unico grande giro intorno al mondo.

Per la prima volta in Italia una “Business Novel” declinata sull’organizzazione del Giro del Mondo a 360 gradi, che ricostruisce, attraverso storie e itinerari, testimonianze e consigli pratici, la visione dell’autore su questa fantastica impresa senza tempo.

Partendo dalla Grecia e dal Medioriente degli anni Sessanta, per proseguire all’Australia e alle Americhe passando per l’Asia anni Settanta e Ottanta, la storia di Massimiliano Loyola è intrecciata a doppio filo con il Viaggio, una dimensione dell’essere che ha sempre rappresentato il suo elemento.

Che tu sia un avventuriero o un viaggiatore esperto a cui piace avere tutto pianificato nei minimi dettagli, all’interno di questa “Bibbia del Giro del Mondo” è possibile trovare tutte le possibilità e le sfumature,
le opportunità e i rischi, da tenere in considerazione perché il risultato sia assolutamente indimenticabile.

Intervista a Massimiliano Loyola

il Giro del Mondo in 40 Giorni - Massimiliano Loyola libro - Libri d’ImpresaLIBRI D’IMPRESA (LI): Perché questo libro?
MASSIMILIANO LOYOLA (ML): Il Giro del Mondo in 40 Giorni è un po’ il mio “manifesto professionale”, con cui ho voluto dimostrare che godersi il giro del mondo perfetto non solo è possibile, ma è sempre più fattibile con le nuove tecnologie che abbiamo a disposizione. Dati alla mano, ho deciso di creare un “vademecum romantico” che renda finalmente consapevole l’aspirante viaggiatore di ogni aspetto da valutare – e dettaglio da non prendere alla leggera – quando decide di togliere dal cassetto il sogno più grande di tutti, quel viaggio speciale da fare almeno una volta nella vita.

(LI): Cosa significa per te viaggiare?
(ML): Io credo che il Viaggio sia la massima espressione dell’uomo, sin dalle sue origini la sua più alta attività. Jules Verne le chiamava “alte contemplazioni” e non poteva trovare espressione migliore. Il viaggio, come tutti gli archetipi nella storia dell’uomo, è un simbolo. E come tale esiste per dirci qualcos’altro, aiutarci ad espanderci, dire forte chi siamo in questa vita. Forse, scoprire qualcosa su cosa siamo venuti a fare esattamente qui.
È lo strumento di autoconoscenza per antonomasia.
Attenzione, però: il Viaggio non è un passatempo, non è una sciocchezza e non è un gioco da ragazzi. Il Viaggio, quello vero, quello che ti fa sognare e crescere, che ti riempie gli occhi e fa tremare l’anima, quello dal quale torni sempre diverso e, forse, migliore, è una cosa seria.
Partire per mete lontane, infatti, richiede un enorme atto di consapevolezza: quella necessaria a decidere, programmare e vivere con coraggio una grande e importante avventura.

(LI): Chiariamolo subito: “Il Giro del Mondo in 40 giorni” non è una guida turistica, giusto?
(ML): Assolutamente no: il lettore non vi troverà cartine e mappe di famose metropoli, né indirizzi e contatti di ristoranti, pub e locande dove dormire e mangiare.
Non è nemmeno un flusso di coscienza: quindi niente diario di viaggio dal taglio esotico e dialoghi interiori un po’ romanzati. E non è neanche un romanzo fantasy con improbabili personaggi.
È, più semplicemente, il mio testamento. Il manifesto di un romantico visionario che ha fatto della sua vita il più bel viaggio in assoluto. Di un romantico che per oltre trent’anni ha continuato a mettere insieme decine di pezzi di un magnifico puzzle fino a creare, ogni volta, un’opera fatta – come diceva Walt Disney – della stessa sostanza dei sogni: il “Giro del Mondo”. Un’esperienza totalizzante, creata su misura e curata nei minimi particolari per tutti coloro che hanno un cuore curioso dagli occhi grandi come il mio.

(LI): Sei dunque una di quelle persone che hanno avuto la grande fortuna (e abilità) di rendere la propria passione un lavoro.
(ML): se sono stato in grado di confezionare e realizzare più di trecento “Giro del Mondo” nella mia carriera, è perché ho ristretto il focus della mia attività fino a specializzarmi a livello quasi morboso. Più che un lavoro è stata fin da subito una vera e propria ossessione e, ancora oggi, amo far vivere a chi si affida a me un’indimenticabile, fantastica esperienza, da ricordare e accarezzare negli anni a venire come fosse un magico amuleto in grado di dispensare gioia e meravigliosi ricordi. La mia è una vera e propria “mission”, anzi, è la mia “vision” diventata realtà.

(LI): Com’è cambiato oggi il modo di viaggiare?
(ML): Dopo l’avvento di internet i viaggiatori hanno smesso di sognare e sono più disincantati. Hanno già visto tutto, pensano di sapere tutto e arrivano con atteggiamento quasi di sfida, ti testano per metterti in discussione e valutare se puoi essere tu la persona adatta a risolvere il loro problema. Alcune persone sono sicure di essere perfettamente in grado di organizzare un viaggio, anche molto complesso, soltanto aprendo Google, cercando poche informazioni e prenotando un paio di voli e di hotel. Ci tengono sempre a chiarire che
prenoterebbero anche da soli, ma solo per mancanza di tempo mi chiedono di soddisfare le loro esigenze, partendo dalle loro convinzioni non sempre corrette.

(LI):Non tutti i viaggi, dunque, sono adatti al fai-da-te?
(ML): L’organizzazione di un viaggio può essere considerata una scienza che oserei definire alchemica: serve dosare tutti gli ingredienti in un equilibrio perfetto e armonioso, così che il risultato non abbia punti deboli. Un singolo particolare non pensato e non valutato prima della
partenza può diventare un problema insormontabile. La cancellazione di un volo, un hotel non confermato, un’escursione annullata, potrebbero rovinare l’intera esperienza di qualsiasi viaggiatore che durante un’emergenza non fosse in grado di trovare una soluzione immediata a ogni imprevisto.

(LI): Qual è il primo passo da compiere quando si decide di intraprendere un giro del mondo?
(ML): La fase di progettazione è senza dubbio la mia preferita: come per un architetto che progetta una villa di lusso, la parte migliore è vedere il disegno che prende forma, che si crea e si realizza, giorno dopo giorno, sotto mani sapienti. Prima di tutto, occorre fare un compromesso fra i desideri dei diversi viaggiatori. Le persone che visitano il nostro sito si entusiasmano a vedere i giri del mondo già realizzati e quindi mi contattano per crearne uno personale. Ma quello che accomuna tutti i miei clienti è che, soprattutto le coppie, non hanno le idee chiare su ciò che veramente vogliono. Ognuno vorrebbe visitare luoghi diversi ed io devo riuscire a gestire e a far coesistere i loro desideri, che spesso non sono gli stessi, e il loro entusiasmo, in un’unica avventura coerente e soddisfacente per tutti e due. Il primo passo è dunque quello di farli parlare, soprattutto fra di loro, per capire gli input e le motivazioni. Al primo posto tra i valori in cui credo, quelli che mi aiutano a realizzare il viaggio perfetto, metto sempre l’ascolto, a garantire che riuscirò a creare un Viaggio su misura che trasformi l’ansia in adrenalina pura. Devo carpire ogni insicurezza, soprattutto nell’affrontare viaggi particolarmente articolati, dove
può sorgere timore per gli spostamenti frequenti, i molti cambi di hotel, le
innumerevoli attività, le guide, gli autisti e ogni altra situazione. Solo in questo modo posso trovare la soluzione perfetta.

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