Recruiting Marketing
intervista all’autore Michele Andreano

Oggi trovare il candidato ideale e attirare talenti è sempre più difficile. I recruiter ricevono sempre meno candidature, e quelle che arrivano spesso non sono in linea con il profilo cercato.

Il recruiter moderno non si può più avvalere delle tecniche di recruiting tradizionale: le persone sono cambiate, le aziende sono cambiate, il mondo è cambiatoAl centro della selezione ora non c’è l’azienda, ma il candidato, molto più esigente e selettivo. 

Michele Andreano, CEO di Performa Group, ci parla delle nuove frontiere della selezione del personale nel suo nuovo libro: “Recruiting Marketing.”

Intervista a Michele Andreano

LIBRI D’IMPRESA (LI): A chi è dedicato questo libro?

MICHELE ANDREANO (MA): A chi ha cominciato a dubitare di quel “Si è sempre fatto così” che ci ripetono da una vita. A chi si è reso conto che oggi un recruiter non può lasciarsi spaventare dal progresso, ma ha il dovere nei confronti di se stesso, delle aziende clienti e dei candidati stessi, di sfruttare la tecnologia e le nuove metodologie a sua disposizione per facilitare, migliorare ed efficientare il proprio lavoro.

(LI): Cos’è cambiato all’interno del processo di selezione?

(MA): Sicuramente l’ordine con cui i vari attori entrano in campo. Prima tutto partiva dall’azienda, che si rendeva conto di avere una specifica esigenza e si affidava così al recruiter. L’ultimo a entrare in scena era il candidato. Oggi quell’ordine si è invertito: chi si ritrova davanti un ampio ventaglio di possibilità tra cui scegliere non è più l’azienda, ma il candidato. È quest’ultimo a dover valutare le molteplici opportunità che ha, ed è sempre il candidato a entrare in contatto con l’azienda attraverso uno dei punti di contatto tra lui e il brand.

Michele Andreano

(LI): Oggi, quindi, al centro del processo di selezione non c’è più l’azienda, ma il candidato.

(MA): Esatto, e si tratta di una tipologia di candidato a cui il recruiter non è ancora abituato.
Il candidato dell’era moderna è inserito all’interno di un contesto digitale e sociale che lo bombarda continuamente di informazioni. Le opportunità che può cogliere online sono quasi infinite, e questo lo rende molto diverso dal candidato di ieri: oggi chi cerca un lavoro è decisamente più informato, più consapevole, più dinamico, più intraprendente, più smart, più riflessivo. Soprattutto, però, oggi il candidato è molto più esigente: maggiori sono le possibilità che si rende conto di avere, maggiori sono le sue aspettative.

Recruiting Marketing - libro di Michele Andreano - Libri d'Impresa edizioni

(LI): Questo cosa comporta per chi si occupa di selezione?

(MA): Quella che stiamo vivendo è una situazione piuttosto frustrante: trovare il candidato ideale è sempre più difficile. Il talento è diventato selettivo, protagonista assoluto dell’intero processo di selezione, vero e proprio ago della bilancia. Il recruiter deve acquisire sempre più personalità e professionalità per attrarre a sé i candidati migliori. I talenti, soprattutto in ambiti specifici, diventano sempre più difficili da trovare e conquistare.

(LI): Il recruiting marketing è la soluzione, dunque.

(MA): Sì, ed è anche una soluzione a portata di tutti. Oggi le aziende, anche quelle più piccole, hanno a loro disposizione le migliori tecnologie per poter competere anche con i grandi player del loro settore, evitando di essere sopraffatte. Anche le realtà minori che non possono permettersi grossi investimenti in realtà potrebbero dare tanto, se supportate dalle corrette informazioni e dai giusti strumenti. Presentandosi nel modo giusto, una piccola azienda può pensare e agire come una multinazionale anche senza il budget di quest’ultima, ed essere così considerata dal mercato dei talenti.

(LI): Cosa troverà nel tuo libro il recruiter interessato a questo cambio di paradigma?

(MA): “Recruiting Marketing” parla di software, di comunicazione, di risorse umane, di tecniche di marketing, di SEO, di employer branding, di copywriting. Soprattutto, però, questo libro parla di candidate experience, ovvero della percezione che il candidato ha durante il processo di selezione e tutte le interazioni che avvengono tra lui e il recruiter. Perché tutto parte da lì: oggi il candidato non è un soggetto passivo che attende di essere trovato, ma la parte forse più attiva del processo di selezione. Questo significa che è il recruiter a trovarsi sotto la lente. Il candidato valuta il lavoro e l’azienda attraverso il recruiter, analizzando il modo in cui si presenta, in cui si pone, in cui comunica. Ecco perché oggi chi fa questo mestiere non può più permettersi di vivere offline: deve consentire ai candidati di conoscerlo e capire chi è e cosa offre. Il recruiting marketing serve proprio a questo.

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