Creare una struttura stabile all’estero complementare alla propria azienda è un’operazione che può avere grande successo, ma che può nascondere anche grandi rischi.

“Internazionalizza la tua impresa”, il nuovo libro di Igor Pahor, è dedicato proprio a tutti gli imprenditori che vogliono costituire unità commerciali o produttive in un Paese fuori dall’Italia, evitando ogni possibile errore e consolidando la propria impresa.

Intervista a Igor Pahor

LIBRI D’IMPRESA (LI): Perché ha deciso di scrivere questo libro?
IGOR PAHOR (IP): Da quarant’anni mi occupo di internazionalizzazione delle imprese e mi sono accorto che, pur esistendo saggi teorici sull’argomento, mancava un manuale pratico che spiegasse passo passo da dove partire, le cose da fare e quelle da non fare. Così ho pensato che avrei potuto mettere a disposizione degli imprenditori la mia esperienza, aiutarli – come tante persone hanno fatto con me – a progettare e portare a compimento un processo ricco di soddisfazioni ma pieno di insidie.
D’altra parte, con l’avvento del mercato globale l’internazionalizzazione è diventata una necessità per le piccole e medie imprese che vogliono consolidarsi e crescere: la presenza attiva in un solo Paese è sempre più un handicap, con la conseguente perdita di incisività e competitività.

(LI): Ma la delocalizzazione non è un’operazione che va contro all’economia italiana, aumentando il livello di disoccupazione?
(IP): Chiariamo subito un punto: la delocalizzazione e l’internazionalizzazione sono due processi molto diversi. Con il primo si trasferisce la propria attività all’estero solo per ridurre i costi di produzione, si chiudono le attività in sede e il mercato a cui ci si continua a rivolgere resta lo stesso. Con l’internazionalizzazione, invece, l’impresa apre nuove strutture commerciali o produttive per espandere le proprie attività e il proprio mercato anche all’estero, con uno sviluppo economico, logistico e tecnico allargato a più Paesi attraverso una strategia mirata.
L’internazionalizzazione non è un’operazione che fa soltanto crescere il fatturato migliorando i risultati dell’impresa: è prima di tutto un processo che aiuta l’imprenditore a cambiare la propria mentalità sul modo di concepire e vivere la sua stessa azienda, così da farla crescere e portarla a essere moderna e competitiva, sempre e ovunque.

(LI): Qual è il primo consiglio che darebbe a un imprenditore che ha deciso di espandersi all’estero?
(IP): Non fare tutto da solo. L’internazionalizzazione è un processo vantaggioso, decisamente affascinante, ma complesso nel suo insieme. I progetti “fai da te” quasi sempre si interrompono o, peggio, arrivano a causare dei problemi. È importante il sostegno di un professionista specializzato in queste operazioni e un team composto da collaboratori di fiducia.
Il mio manuale aiuta l’imprenditore a focalizzare l’attenzione sui vari passaggi, a essere consapevole del viaggio che sta per intraprendere, a conoscere i pro e i contro di ogni situazione così da essere il protagonista del “film” che verrà realizzato, ma ci vuole un regista esperto che sappia dirigere l’intero cast.

(LI): Definendo “Internazionalizza la tua impresa” un manuale, intende dire che contiene tutte le informazioni pratiche per internazionalizzare un’impresa?
(IP): Esattamente. C’è un’introduzione teorica per spiegare le motivazioni e i vantaggi del processo, ma dopo di essa il libro si concentra soprattutto sulle azioni da eseguire passo dopo passo, su quali decisioni sia meglio prendere, sulle trappole da evitare, sulle soluzioni più appropriate, su come risolvere i problemi che si possono incontrare. Lo fa con esempi concreti che a volte possono apparire banali, ma che invece, se non vengono seguiti correttamente, portano a errori che fanno perdere soldi, tempo ed energie. Ho deciso poi di intervallare le informazioni pratiche con la narrazione di episodi accaduti realmente: alcuni sono dedicati a grandi successi di imprenditori che hanno saputo internazionalizzare al meglio la propria impresa, altri spiegano a quali conseguenze possono portare determinate situazioni se non sono gestite adeguatamente.

(LI): Ci può fare qualche esempio delle informazioni contenute in “Inernazionalizza la tua impresa”?
(IP): Come scegliere il Paese dove costituire la società estera, quale forma di internazionalizzazione adottare, quali enti possono contribuire al finanziamento del progetto, che cosa fare prima e durante il sopralluogo, la nomina del legale rappresentante, tutte le registrazioni, le iscrizioni, i permessi necessari alla nuova società per operare, e molto altro ancora.

(LI): So che ha ricevuto un’alta onorificenza di Stato…
(IP): Sì, nel 2018 mi è stata conferita dal Presidente Sergio Mattarella l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per i miei successi nell’internazionalizzazione e nel trasferimento del Made in Italy all’estero. È un riconoscimento di cui sono davvero onorato e che sento come il premio a tutta la mia carriera.
La decisione di quello che avrei fatto nella vita l’ho presa a dodici anni, quando con mio zio sono andato a Milano per visitare la società in cui lavorava: Grace, una grande multinazionale americana che opera nel campo chimico. Dieci anni più tardi ho iniziato propria in questa impresa il mio percorso, che mi ha portato poi a lavorare con altre grandi multinazionali e a conoscere persone eccezionali, appassionandomi sempre più a questo settore, sino ad arrivare a far parte del gruppo tecnico per l’internazionalizzazione di Confindustria Italia e ad assumere le cariche di presidente di Confindustria Bosnia-Erzegovina e di vice presidente di Confindustria Slovenia.
Spero con questo libro di poter aiutare altri imprenditori come me, perché quasi ogni volta che ho contribuito all’internazionalizzazione di un’azienda, il progetto si è rivelato una soluzione vincente, in grado di portare aria nuova, grandi motivazioni e soddisfazioni concrete.